Alberi e piante respirano, e respirando purificano l'aria; ma troppi inquinanti li mandano in tilt. E' l'analisi del Progetto europeo Life Modern Nec, promosso tra gli altri da CNR, Legambiente e Carabinieri Forestali, che monitorano lo stato di salute di 20 aree boschive e acquatiche italiane.
Questo il focus di un servizio andato in onda il 13 giugno sul TG Leonardo che è possibile vedere al seguente LINK.
"All'interno del progetto, l'Iret monitora i disturbi sugli ecosistemi forestali mediante un indicatore, la chimica fogliare, che permette di conoscere le reali condizioni di nutrimento delle piante. Accanto a questa analisi, l’Istituto sta testando nuovi indicatori per il monitoraggio della biodiversità animale, proponendosi di validarne l’efficacia, anche in relazione ai disturbi legati all’inquinamento atmosferico", spiega Bruno De Cinti, ricercatore e forestale Iret.
Analisi e controlli su piante, suolo, acque, e biodiversità animale, sono effettuate con gli stessi metodi in tutta Europa. Alcuni siti sono più a rischio, come la Val Sessera, nel biellese, pericolosamente vicina alle aree industriali e zootecniche della pianura Padana. Le piogge portano tra i boschi polveri sottili, ammoniaca, nitrati, e specialmente azoto. Quest'ultimo solitamente favorisce la crescita delle piante ma, in valori eccessivi - oltre i 30 chili l'ettaro secondo alcune ricerche - le danneggia. Squilibri a cui si aggiunge l'acidificazione dei suoli e l'eutrofizzazione, ossia l'eccesso di nitrati e fosfati, delle acque dolci. Comunicare i dati a cittadini e istituzioni servirà a studiare azioni di prevenzione ambientale.
Le interviste
Aldo Marchetto - CNR IRSA Verbania
Antonino Morabito - Legambiente