Con ben 22 Infrastrutture di ricerca coinvolte e un budget di oltre 150 milioni di euro, il progetto Italian Integrated Environmental Research Infrastructures System (ITINERIS) avrà lo scopo di realizzare un Polo italiano per le Infrastrutture di ricerca in ambito scientifico ambientale. Obiettivo primario di ITINERIS sarà inoltre l’osservazione e lo studio dei processi ambientali in atmosfera, nel dominio marino, nella biosfera terrestre e nella geosfera. Le principali RI coinvolte sono: ACTRIS, EMSO, Euro-Argo, ICOS, LIFEWATCH, ANAEE, DANUBIUS, DISSCO, e-LTER, EMPHASIS, EUIBISBA, ECORD, EUFAR, Eurofleets, JERICO, SIOS, ATLAS, CeTRA, SMINO, Geosciences e LNS. Di queste, 17 operano nel dominio ambientale, tre nell’agroalimentare e due nel settore marino. Il progetto ITINERIS nasce quindi allo scopo di sviluppare la ricerca interdisciplinare nelle scienze ambientali attraverso l'uso e il riutilizzo di dati e servizi esistenti, ma anche grazie a nuove osservazioni. Questa visione di ampio respiro sarà davvero innovativa e porterà il Paese ad assumere un ruolo di primo piano nella ricerca ambientale europea, plasmando il quadro per il prossimo decennio. “ITINERIS sta entrando nel vivo, dopo il Kick off meeting del 19 dicembre - spiega Carlo Calfapietra, direttore dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri - l’attività progettuale è partita attraverso l’assunzione di unità di personale e l’acquisto di strumentazioni. Sicuramente il progetto rappresenta un’opportunità straordinaria per il Paese, anzitutto perché prevede la collaborazione di 22 Infrastrutture di ricerca legate coinvolte nel settore ambientale”. “Allo stesso tempo - aggiunge Calfapietra, che è anche Focal Point italiano dell’Infrastruttura ICOS - ITINERIS porterà seri vantaggi anche all’Istituto. L’IRET coordina infatti ben tre infrastrutture coinvolte nel progetto. Grazie ai fondi stanziati, inoltre, il CNR assumerà oltre 30 unità di personale che saranno collocate nelle diverse sedi dell’IRET”. “ITINERIS - conclude - sarà quindi un’occasione importante per le Infrastrutture di Ricerca in campo ambientale e per l’Istituto, ma potrà anche fornire output applicativi per il Paese in materia ambientale”.