Sabato 5 novembre, dalle 11:00 alle 12:00, presso gli studi di Cinecittà, a Roma, si terrà il workshop “Tecno-Ecologia spaziale, cibo e circolarità per la sopravvivenza”, un incontro volto a esplorare il legame tra le possibilità umane nel futuro e la coesione di natura e tecnologia.
Alberto Battistelli, ricercatore presso l’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRET), racconterà il modo in cui le piante renderanno possibili le missioni nello spazio, come accompagneranno il viaggio dell’uomo al di fuori dell’atmosfera, allo scopo di ricreare un ambiente in grado di sostenere la vita. Nell’ambito dell’evento, si approfondiranno anche temi come le complessità dell’interfaccia tra biologia e ingegneria e la necessità che la tecnologia renda gli antichi processi dell’agricoltura efficienti, sostenibili e intelligenti anche nello spazio. Per le missioni umane di lunga durata, gli scienziati stanno studiando come produrre nello spazio cibo e acqua, per sviluppare un’atmosfera adatta alla vita e per disporre di molecole e materiali indispensabili al nostro benessere.
Tutto questo viene testato sulla Terra e dovrà essere realizzato nello spazio con tecno-ecosistemi completamente chiusi e controllati: la natura nello spazio ci è ostile. In questi sistemi le piante svolgono un ruolo centrale, poiché rendono disponibile, attraverso gli scambi gassosi e la fotosintesi clorofilliana, ossigeno e acqua pura. Inoltre, fissano la CO2 e garantiscono la produzione di nutrienti indispensabili per la nostra sopravvivenza. Le piante superiori, quindi, sono fondamentali per garantire la circolarità dell’uso delle risorse. “La nostra sopravvivenza nello spazio - afferma Battistelli - dipende da quanto saremo bravi a progettare questi ‘ecosistemi tecnologici circolari’, a scegliere le specie vegetali più adatte e a individuare le loro condizioni ottimali di crescita. Per questo dobbiamo studiarne le funzioni fisiologiche, le performance produttive e rigenerative. Questo è uno degli ambiti di ricerca del CNR e dei suoi partner internazionali”.
Il ricercatore ricorda poi che i progetti Rebus e Microx2 dell’Agenzia spaziale italiana hanno proprio l’obiettivo di studiare come produrre nutrienti essenziali alla dieta degli astronauti e come riciclare i rifiuti in maniera efficiente. “Popolare Marte è ancora una fantasiosa ambizione - commenta Battistelli - ma le ricerche che stiamo svolgendo sugli ecosistemi tecnologici circolari hanno degli impatti molto più tangibili. Ci stanno aiutando, infatti, ad acquisire le conoscenze scientifiche per migliorare l’agricoltura terrestre, la sua sostenibilità e resilienza. Tutto questo potrebbe essere cruciale nel fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’aumento della popolazione mondiale”.
Per maggiori informazioni e per iscriversi
https://romevideogamelab.it/it/programma?view=article&id=107&catid=11