Uromenus annae, una splendida cavalletta attera di discrete dimensioni, descritta nel 1881, era nota solo di pochissimi esemplari raccolti casualmente in poche località sarde. Questa rarissima specie, era considerata come quasi minacciata di estinzione (NT) dall’IUCN (International Union for Conservation of Nature) nella Red List of European Orthoptera.
La riscoperta, due anni fa, di una coppia di individui di Uromenus annae nel territorio del Parco di Tepilora (Nuoro), ha dato un impulso alla costituzione di un gruppo di lavoro costituito da Gionata Stancher e Filippo Buzzetti della Sezione di Zoologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto (FMCR), Laura Loru del CNR IRET di Sassari, Roberto A. Pantaleoni della sezione di Entomologia del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e associato CNR IRET e M. A. Francesca Fiori di Nuoro che, con il supporto di Manuela Manca, Giovanni Bassu e Nicola Sanna dell’Agenzia Regionale F.o.Re.S.T.A.S. (Servizio Territoriale di Nuoro), hanno organizzato alcune attività di ricerca diretta con spedizioni ad hoc e indiretta con segnalazioni effettuate dal personale dell’Agenzia.
Dopo lunghe giornate trascorse a cercarla senza successo, con grande stupore ed emozione questa estate 2020, sono state intercettate a notte fonda alcune femmine mentre si spostavano, camminando velocemente, probabilmente in risposta al canto del maschio recentemente descritto da Filippo Buzzetti e colleghi. I recenti ritrovamenti hanno fornito nuove e originali conoscenze su vari aspetti della biologia di questa specie (etologia, ecologia, genetica, distribuzione) che permetteranno di valutarne il reale stato di conservazione ed eventualmente proteggerla.
Nonostante i conservazionisti spesso scelgano strategicamente fra i vertebrati più grandi e maggiormente “carismatici” alcune specie a rischio, dette specie “bandiera”, per ottenere il sostegno dell’opinione pubblica verso le attività di tutela, i veri “animali preziosi” della Sardegna sono spesso insetti che purtroppo rimangono a lungo sconosciuti al pubblico e alle istituzioni. E’ pertanto di primaria importanza cercare di dare visibilità anche agli invertebrati che, “piccoli” testimoni della fauna autoctona, possono diventare fiori all’occhiello di una Regione che vede nella conservazione della Natura una moderna possibilità di tutela e visibilità.