Due progetti, un obiettivo: tornano dall’Artico i ricercatori IRET

Da sx: Emanuele Pallozzi, Olga Gavrichkova, Federica D'Alò, Carlotta Volterrani
Da sx: Emanuele Pallozzi, Olga Gavrichkova, Federica D’Alò, Carlotta Volterrani

Si è conclusa con successo la spedizione artica 2025 dei ricercatori CNR-IRET. Il personale coinvolto, proveniente dalle sedi di Montelibretti e Porano, è stato impegnato per due settimane nelle Isole Svalbard, in Norvegia. Scopo della missione, quello di portare a termine campagne di campionamento e misurazioni di lungo periodo. Il team, composto da Emanuele Pallozzi, Olga Gavrichkova, Federica D’Alò e Carlotta Volterrani, è stato ospitato nella Stazione Artica Dirigibile Italia, coordinata dall’Istituto di Scienze Polari del CNR, nel villaggio di Ny-Ålesund, in Norvegia.

La recente spedizione si è concentrata sui progetti REMUS e BeyondSoil, ma la presenza in Artico dell’Istituto è radicata nel tempo. Era infatti il 2013, quando Angela Augusti per prima vi ha messo piede, dando inizio a una serie di attività. Oggi, le campagne di campionamento estive sono uno dei fulcri del gruppo di ricerca coordinato da Pallozzi e Gavrichkova.

Da sx: Carlotta Volterrani, Olga Gavrichkova, Federica D'Alò, Emanuele Pallozzi
Da sx: Carlotta Volterrani, Olga Gavrichkova, Federica D’Alò, Emanuele Pallozzi

 

Le attività in Artico per l’estate 2025 si concluderanno a fine agosto, quando Emanuele Pallozzi e Carlotta Volterrani torneranno nelle Svalbard. I ricercatori saranno impegnati nella manutenzione di fine stagione presso il sito Remus. Il rientro in Italia, per adesso, è solo un “arrivederci”.

 

 

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Il progetto REMUS (Responses of Microbes in Upper Soil Horizons to Environmental Manipulations), da cui prende il nome anche il sito, è un’infrastruttura di manipolazione climatica, istituita nel 2014 a circa 11 km da Ny-Ålesund Grazie alla presenza di camere di riscaldamento passivo, chiamate Open Top Chambers (OTC), è possibile simulare temperature del suolo più calde e aumento delle precipitazioni. La gestione delle OTC, nel settembre 2024, è stata affidata a Emanuele Pallozzi, nuovo responsabile scientifico dopo Kevin Newsham del British Antarctic Survey (Cambridge, UK). Grazie a questo passaggio, l’istituto entra nel network ITEX (International Tundra Experiment), una rete internazionale di ricerca che studia gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi della tundra artica e alpina. Attivo dal 1990, ITEX coordina esperimenti a lungo termine in numerosi siti distribuiti nelle regioni fredde del pianeta, per simulare l’aumento delle temperature. L’obiettivo è monitorare le risposte della vegetazione e dei processi ecologici al riscaldamento globale, favorendo la comparabilità dei dati tra siti e promuovendo collaborazioni internazionali.

Carlotta Volterrani esegue un campionamento
Carlotta Volterrani esegue un campionamento

BeyondSoil (BS) fa parte del più ampio progetto di dottorato di ricerca di Carlotta Volterrani, assegnista IRET e dottoranda in Scienze Polari presso l’Università Cà Foscari di Venezia. Il progetto di ricerca è incentrato sulla valutazione dell’effetto dei grandi erbivori sui cicli di carbonio e azoto nella tundra dell’alto artico. Questa nuova attività propone un focus specifico sull’attività microbica del suolo. BS è stato reso possibile grazie ad Arctic Field Grant 2025, un finanziamento erogato dal Research Council of Norway attraverso lo Svalbard Science Forum (SSF), pensato per sostenere attività di ricerca sul campo nell’Arcipelago delle Svalbard. In particolare, BS si avvale della collaborazione del Norwegian Polar Institute (NPI), grazie alla Dr. Virve Ravolainen, responsabile della sezione vegetazione del progetto COAT (Climate-ecological Observatory for Arctic Tundra).