È toscano il primo pipistrello italiano monitorato con GPS

Per la prima volta, un esemplare di Nottola minore – pipistrello autoctono diffuso in gran parte della penisola italiana- è stato dotato di GPS per tracciarne gli spostamenti. La sperimentazione, frutto della collaborazione tra l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Oasi Dynamo di Limestre (Pistoia) e il Max Planck Institute, è parte di uno studio finalizzato a individuare rotte e spostamenti dei pipistrelli migratori, così da facilitare la definizione di strategie mirate di conservazione per queste specie

 

Crediti immagini: Nyctalus leisleri, Emiliano Mori, Leonardo Ancillotto (Cnr-Iret)

Da Pistoia alla periferia di Firenze, fino a Empoli ed entroterra urbano: sono questi i principali spostamenti compiuti dal primo pipistrello italiano dotato di localizzatore GPS, un individuo appartenente alla specie Nyctalus leisleri, comunemente nota come nottola minore o nottola di Leisler. A ricostruire il percorso dell’animale, gli studiosi dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iret), che hanno collaborato con il Max Planck Institute tedesco e l’Oasi Dynamo, un’area gestita dal WWF e situata nell’Appennino pistoiese. Con un’estensione di oltre 1000 ettari nel Comune di San Marcello Piteglio, questo territorio ospita piante rare, lupi, cervi e molte altre specie, e si presenta come un modello di sostenibilità ambientale e di responsabilità sociale a livello nazionale.

“L’area di riferimento – spiegano i ricercatori del Cnr-Iret Leonardo Ancillotto ed Emiliano Mori – è molto frequentata dalla nottola di Leisler e almeno altre sei/sette specie di pipistrelli. Come tutte le specie di pipistrelli in Italia, questi mammiferi sono autoctoni, e in alcuni casi possono percorrere diverse centinaia di chilometri durante la migrazione. Possono raggiungere i paesi dell’Europa dell’est, come la Polonia o la Russia. Generalmente sono le femmine a compiere gli spostamenti più lunghi, ma anche le gli esemplari maschi possono essere piuttosto intraprendenti in termini di movimenti”.

L’esemplare tracciato nell’ambito dell’indagine, in particolare, è un maschio ritrovato in una delle batbox posizionate nell’Oasi, rinominato “Ugo” dallo staff dell’Oasi ed equipaggiato dai ricercatori con un GPS ultraleggero. Il dispositivo di monitoraggio, una piastrina con una piccola antenna e GPS incorporato, è stato applicato alla nottola lo scorso 6 maggio. “Il sistema di tracciamento pesa circa un grammo – spiega Ancillotto – e viene incollato sul dorso dell’animale con una colla chirurgica, non tossica. La batteria ha una durata variabile tra i 40 e i 60 giorni, e trascorso questo arco di tempo, la colla si secca e il supporto si stacca. Questo metodo ci consente di non dover ricatturare il pipistrello per rimuovere il dispositivo, riducendo il carico di stress sull’animale”. I dati vengono raccolti e inviati automaticamente circa una/due volte al giorno, si possono scaricare semplicemente accedendo al sito e inserendo il codice del GPS, fornito dal Max Planck Institute tedesco. Nel complesso, le informazioni ottenute consentono al team di ricerca di ricostruire il percorso compiuto dall’animale.

batbox Crediti immagini:  Emiliano Mori, Leonardo Ancillotto (Cnr-Iret)

 

“Per ora abbiamo applicato il tag a un solo esemplare maschio – aggiunge Mori – ma speriamo di raccogliere set di dati più estesi. In particolare, nei prossimi step vorremmo tracciare gli spostamenti delle femmine, che si spostano di più e consentirebbero di ricostruire in modo più chiaro il quadro delle rotte migratorie. Per ottenere indicazioni affidabili sulla specie, sarebbe auspicabile riuscire ad applicare il tag ad almeno una 20ina di pipistrelli. Ad autunno inizieremo a concentrarci su questo obiettivo, anche grazie alla preziosa collaborazione con Edward Hurme, ricercatore presso il Dechmann Lab del Max Planck of Animal Behaviour, e con Giulia Santalmasi e Matteo Bianchi, dell’Oasi Dynamo. Siamo rimasti comunque sorpresi dalle informazioni utili che anche un solo individuo può restituire”.

Crediti immagini: Nyctalus leisleri, Emiliano Mori, Leonardo Ancillotto (Cnr-Iret)

Gli scienziati sottolineano infatti che l’esemplare monitorato ha percorso diverse decine di chilometri, dalla faggeta in cui è stato catturato, a un’altitudine di circa 1000 metri, raggiungendo la pianura, addentrandosi a Pistoia, nella periferia di Firenze e volando su Empoli. “È stato davvero interessante – commenta Ancillotto – e siamo contenti di aver avviato una procedura nuova per il territorio italiano, che potrebbe fornire informazioni utili a tutta la comunità scientifica ed alla conservazione di questi animali”. Il lavoro rientra infatti in un progetto più ampio di monitoraggio delle specie migratorie (“ICARUS Bats”), allo scopo di studiarne ecologia, comportamento e movimenti attraverso diversi Paesi europei.

Crediti immagini: Nyctalus leisleri, Emiliano Mori, Leonardo Ancillotto (Cnr-Iret)

“Individuare i pattern di migrazione – concludono gli scienziati – è fondamentale per capire come le aree di foraggiamento e gli spostamenti siano influenzati, ad esempio, dai cambiamenti climatici e dai pericoli urbani. Queste informazioni ci permetteranno di individuare e delineare le strategie più adatte a preservare queste specie. I pipistrelli sono inoltre ottimi indicatori di gestione forestale, per cui sono indispensabili per definire buone pratiche utili alla conservazione della biodiversità”.